lunedì 21 giugno 2010
sabato 19 giugno 2010
IL MAGICO MONDO DI RITA BELLACOSA
IL SUCCESSO E’ UN BEL VESTITO SU UN CORPO CHE SANGUINA. Rita Bellacosa
Il mestiere dello scrittore è cambiato negli ultimi venti anni, perché cambiato è lo scenario in cui egli si muove. Una volta era l’ intellettuale umbratile chiuso nel suo studio e intento a trasmettere le sue invenzioni e meditazioni sui fogli ; raramente incontrava il pubblico nelle poche presentazioni dei suoi libri e ai premi letterari. Oggi il suo contatto con il pubblico è decisamente ampio e le sue incursioni sociali e lavorative si sono moltiplicate. Il campo di gioco in cui lui si trova ad agire non ha nessun paragone con quello che esisteva in Italia negli anni di Moravia. E il pubblico ora ha molte possibilità di avvicinare lo scrittore personalmente e indirettamente di sentirlo parlare attraverso i media. Ci sono molti ambiti espressivi che un tempo erano preclusi agli scrittori ma che ora sono possibili e spesso concreti. Oggi lo scrittore è un talento multiforme che cerca di prolungare il suo rapporto con il pubblico sperimentando varie forme di esposizione mediatica: presenta le sue opere in televisione, scrive articoli per i giornali, recita in teatro e al cinema, si cimenta in differenti forme espressive, da pièces teatrali a sceneggiature di films, lavora in televisione; insomma il suo spazio d’azione si è moltiplicato. Il rapporto tra chi scrive e la gente è diventato, in questo modo, assai più vivo e anche gratificante biunivocamente. E il lettore si pone nei confronti dello scrittore come spettatore curioso e fruitore di tutti questi aspetti imparando a conoscerlo, inquadrandolo in tutte le sue performances trasversali, confrontando ciò che lo fa in televisione con ciò che scrive. Ecco perché il mio nome risulta legato a più forme di espressione: dalla scrittrice all’archeologa passando per il cinema e il mio impegno umanitario pro Darfur. La ricetta? Lavorare 25 ore su 24 tutti i giorni, compresi Ferragosto e Natale. E avere fatto la fame come l’ho fatta io. So cosa significa avere fame e battere i pugni sul muro chiedendoti perché insisti tanto mentre il tuo stomaco urla perché non mangi da tre giorni e non hai i soldi neanche per un caffè. La fame è stata la mia maestra, la migliore.
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