mercoledì 24 novembre 2010
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Rita Bellacosa nasce a Roma . Sin da piccola dimostra una personalità brillante e vivace ed un notevole attaccamento allo studio. Indicata come dotata di straordinario talento, compie con successo gli studi liceali classici e giovanissima si laurea a pieni voti, in tre anni e una sessione, in Lettere Classiche ed archeologia. Ventenne entra in contatto con gli ambienti intellettuali del cinema quando il maestro Federico Fellini la ferma incontrandola per caso e, colpito dalla sua bellezza e poi dalla verve, decide di assegnarle un ruolo nel suo ultimo film. Ma Rita non si ferma al cinema, pur eleggendolo a suo grande amore. Inizia una doppia attività, quella di conferenziera esperta in lingua latina e greca e quella di archeologa. Quest’ultima la porta a compiere ricerche in Grecia Egitto e Turchia. La Nostra si dedica in particolare al culto antico e riesce a dimostrare, Lei prima in assoluto, che il culto della Dea Artemide si praticava nella Magna Graecia sin dal lontano VI secolo a C e lo scopre esaminando brandelli di frammenti del poeta greco Bacchilide vissuto proprio nel VI secolo, il che Le vale una menzione nelle Enciclopedie e notevole credito sociale negli ambiti colti. Nasce il Saggio ‘ARTEMIDE’ ( 2003) che attira l’attenzione di esponenti di circoli intellettuali francesi che cominciano a corteggiarne la presenza in terra d’oltralpe. Così la Nostra si ritrova in Francia dove, accanto ad un’intensa quanto gratificante frequentazione degli ambienti raffinati dell’intellighenzia parigina, alterna studi d’Arte alla prestigiosa Sorbonne. Ritorna in Patria per ricoprire il ruolo di conferenziera ed esperta nella lingua latina e greca e produce manuali di grammatica greca, ‘Γράμματα’ e latina ‘ACCIPE!’. Sono anni di accumulazione di titoli culturali e riconoscimenti professionali. Nel 2005 diventa bersaglio dei media internazionali a causa delle sue frequentazioni in ambito cinematografico e decide di raccontarsi nell’autobiografia ‘ La mia vita’ ( 2006). Successivamente pubblica il romanzo ‘LE INUTILI APPARENZE’ (2009) in cui investiga sulle dinamiche del successo e il consenso del pubblico diventa tale da indurne la diffusione, l’anno seguente, in francese e inglese . Nella lingua di Parigi scrive ‘AMÉLIE’( 2010), storia di una donna alla ricerca di se stessa. Segue il Saggio sul culto antico ‘ TEMPLA. Passeggiate spirituali pompeiane’ (2010). Rita detiene rubriche fisse su giornali italiani e stranieri. La sua anima generosa si esplica in un instancabile attivismo nelle Cause Umanitarie e da anni si batte a favore del Darfur. Della vita privata di Rita si sa poco, tranne la intuibile girandola di ammiratori che per bellezza ed intelligenza indubbiamente Lei merita.
lunedì 6 settembre 2010
sabato 4 settembre 2010
lunedì 21 giugno 2010
sabato 19 giugno 2010
IL MAGICO MONDO DI RITA BELLACOSA
IL SUCCESSO E’ UN BEL VESTITO SU UN CORPO CHE SANGUINA. Rita Bellacosa
Il mestiere dello scrittore è cambiato negli ultimi venti anni, perché cambiato è lo scenario in cui egli si muove. Una volta era l’ intellettuale umbratile chiuso nel suo studio e intento a trasmettere le sue invenzioni e meditazioni sui fogli ; raramente incontrava il pubblico nelle poche presentazioni dei suoi libri e ai premi letterari. Oggi il suo contatto con il pubblico è decisamente ampio e le sue incursioni sociali e lavorative si sono moltiplicate. Il campo di gioco in cui lui si trova ad agire non ha nessun paragone con quello che esisteva in Italia negli anni di Moravia. E il pubblico ora ha molte possibilità di avvicinare lo scrittore personalmente e indirettamente di sentirlo parlare attraverso i media. Ci sono molti ambiti espressivi che un tempo erano preclusi agli scrittori ma che ora sono possibili e spesso concreti. Oggi lo scrittore è un talento multiforme che cerca di prolungare il suo rapporto con il pubblico sperimentando varie forme di esposizione mediatica: presenta le sue opere in televisione, scrive articoli per i giornali, recita in teatro e al cinema, si cimenta in differenti forme espressive, da pièces teatrali a sceneggiature di films, lavora in televisione; insomma il suo spazio d’azione si è moltiplicato. Il rapporto tra chi scrive e la gente è diventato, in questo modo, assai più vivo e anche gratificante biunivocamente. E il lettore si pone nei confronti dello scrittore come spettatore curioso e fruitore di tutti questi aspetti imparando a conoscerlo, inquadrandolo in tutte le sue performances trasversali, confrontando ciò che lo fa in televisione con ciò che scrive. Ecco perché il mio nome risulta legato a più forme di espressione: dalla scrittrice all’archeologa passando per il cinema e il mio impegno umanitario pro Darfur. La ricetta? Lavorare 25 ore su 24 tutti i giorni, compresi Ferragosto e Natale. E avere fatto la fame come l’ho fatta io. So cosa significa avere fame e battere i pugni sul muro chiedendoti perché insisti tanto mentre il tuo stomaco urla perché non mangi da tre giorni e non hai i soldi neanche per un caffè. La fame è stata la mia maestra, la migliore.
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